Nell’ultimo anno sono aumentati i depositi bancari soprattutto da parte di Gente comune, forse anche per l’incertezza sul futuro creata dalla pandemia, di conseguenza le Banche hanno incamentato molta più liquidità in denaro (gli ultimi dati Istat confermano questa tendenza) e da questo dato di fatto si sta per profilare un vero e proprio paradosso a discapito di Cittadini e piccole e medie imprese.

Se da un lato lo Stato impone l’apertura di conti  correnti limitando i pagamenti in denaro imponendo un tetto per i pagamenti in contati a favore della cosiddetta “moneta elettronica” (bankomat, carte di credito), dall’altro lato si prospetta la tassazione dei depositi bancari perché le Banche  hanno acquisito troppa liquidità in denaro. E’ questo un paradosso generato dal fatto che le Banche che utilizzano la propria liquidità per investirla, devono  garantire in qualunque momento la solvibilità dei depositi e quindi sono vincolate a far si che tale liquidità sia sempre disponibile. Essendo le Banche delle società a scopo di lucro (S.p.a.), devono cercare obbligatoriamente un utile. E qui nasce l’altro paradosso. L’utile le Banca lo ricavano dagli investimenti e dai prestiti alle imprese e ai comuni Cittadini. Sta di fatto però, che dopo la crisi economica del 2008 le Banche hanno ridotto notevolmente la loro propensione a concedere prestiti. A tal proposito basta ricordare cosa accadde poco dopo l’inizio della crisi del 2008 quando l’Europa concesse alla Banche prestiti a tassi bassissimi (quasi nulli) per incentivare il

prestito alle imprese e rilanciare così l’economia, però le Banche preferirono acquistare titoli di Stato molto più remunerativi e sicuri (rischio imprenditoriale quasi nullo e l’aumento del cosiddetto  spread  credo che un po' tutti ce lo ricordiamo) evitando nel maggiore dei casi di concedere  prestiti alle imprese e ai comuni Cittadini.

Che scenario paradossale ci aspetta?

  1. Tassazione dei depositi bancari in funzione dell’entità del deposito, ad esempio suddiviso per fasce: fino a 100.000 e da 100.000 in su; in sostanza le imprese versano i propri incassi e i Cittadini i propri risparmi alla Banca e questa li tassa per il semplice motivo che ha incassato il loro denaro;
  2. Applicazione di tassi di interesse negativi; in alcuni Paesi europei già esistono da tempo, da noi no anche per qualche problema normativo. Il tasso di interesse negativo significa che l’impresa o il Cittadino depositano il proprio denaro in Banca e per questo devono pagare annualmente un tasso di interesse come se fosse un prestito;
  3. Aumento delle spese del conto corrente e delle commissioni Bakomat; questo significa che per mantenere il contro corrente le imprese e i Cittadini vedranno aumentare le cosiddette “spese di conto corrente” e per prelevale e depositare i propri soldi dagli sportelli automatici, dovranno pagare commissioni più alte..

Arrivati a questo punto forse è il caso che chi ci governa inizi a garantire diritti e gli interessi dei Cittadini e delle Imprese:  i Cittadini eleggono i politici e chi ci governa, non certo le Banche.

Credo che continuando con questi “strani meccanismi finanziari” potremo correre il rischio di trovarci nelle condizioni in cui si trovano i protagonisti di quei film di fantascienza dove grosse società- stato regolano la vita di tutti,  privandoli di una propria autonomia decisionale e di stile vita.