PUBBLICO NUOVAMENTE  QUESTO INTERVENTO PERCHE' E' STATO ABUSIVAMENTE CENSURATO e DIFFIDO CHIUNQUE a RICORRERE a TALI METODI LESIVI DEL DIRITTO COSTITUZIONALE di ESPRIMERE il PROPRIO PENSIERO (art.21)

Il titolo di questo post fa esplicito riferimento al fatto che dal febbraio scorso (2020) i Tg, i giornali e più in generale l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sono quasi esclusivamente focalizzati sulla Pandemia, come se tutto il resto non contasse.

Comprendo la particolare situazione che noi tutti viviamo e subiamo, così come la necessità di contenere la diffusione del virus e l’impegno per debellarlo, ma questa è una condizione da considerare momentanea anche se potrebbe durare ancora un anno e forse più, perché la domanda che mi faccio è: in che condizioni economiche e sociali ci troveremo terminata questa pandemia? Cosa si sta facendo per il post- pandemia, chiamiamola così?

Escludendo questa emergenza che avrà una fine, non vedo una reale attenzione su come far ripartire l’economia con azioni frutto di scelte concretamente valutate, condivise e programmate da attivare sin da ora per scongiurare il pericolo di un crollo dell’economia nazionale (chiusura di Aziende, perdita di posti di lavoro, ecc.). Osservo, usando le parole di Draghi, che ci si sta indebitando con un “debito negativo” che non produrrà in futuro ricchezza (Prodotto Interno Lordo PIL), come le spese per il reddito di cittadinanza, l’acquisto di monopattini e macchine elettriche e i vari bonus a fondo perduto limitati per qualche mese che non contribuiscono a risolvere le perdite subite delle Aziende e delle famiglie a causa del blocco delle attività e chi più ne ha più ne metta. Per contro non ho visto, utilizzando nuovamente le parole di Draghi, che lo Sato abbia contratto o intenda in futuro contrarre un “indebitamento positivo” in grado da creare in futuro ricchezza, come ad esempio finanziamenti a fondo perduto per l’occupazione e per gli investimenti nelle aziende per renderle più competitive e permettergli di innovarsi. 

Dall’inizio della pandemia il PIL ha subito, come previsto, gravi perdite in punti percentuali: per primo trimestre 2020 si registrava un -13% circa e ad ottobre il -9% circa e con le nuove restrizioni introdotte dai DCPM del Governo a novembre  si presume che dovrebbe scendere ulteriormente.  A fronte di questa minore produzione di ricchezza (PIL), l’indebitamento dello Stato ha assunto dimensioni rilevanti. Ad ottobre era di 2.585 miliardi di Euro pari a circa il 160% del PIL. Chi pagherà e come questi debiti e quelli che lo Stato sta per contrarre con L’Europa (i cosiddetti “aiuti”) se non tutti noi e soprattutto i nostri figli e i figli dei nostri figli che nasceranno già con un futuro ipotecato? Per non parlare della perdita della sovranità nazionale conseguente al fatto che i bilanci futuri dello Stato (il bilancio è l’atto politico per eccellenza) saranno fortemente condizionati nel contenere entro parametri prefissati il rapporto Debito pubblico/PIL, che presumibilmente avrà conseguenze dirette sui Cittadini che vedranno sempre meno garantiti i cosiddetti diritti acquisiti (dagli stipendi, alle pensioni, al diritto alle cure, ecc.).

Speriamo che non sia troppo tardi per cambiare rotta.