Cercherò in estrema sintesi di limitarmi a mettere in evidenza una questione o un problema se così si può dire, sottaciuto o se vogliamo più o meno volutamente ignorato, diretta conseguenza della nostra storia risorgimentale. Il Risorgimento italiano è oggi da molti studiosi rivisitato (e se volgiamo reinterpretato) mettendo in luce una realtà storica molto distante da quella che ci è stata da sempre propinata (cfr. ad esempio Matteucci B., L’invenzione dell’Italia Unita 1855-1864, edito da Sansoni Ed.). A tal proposito tengo a precisare che a mio parere questa reinterpretazione storica del nostro Risorgimento, non dà adito ad invenzioni come la “Padania”, proposta da chi presumibilmente vorrebbe impropriamente richiamarsi all’epoca dei “Comuni”.

Presso questo, ricordo che in Italia si sono istituite quattro regioni autonome (Valle D’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia) e addirittura due Province autonome (Trento e Trieste) le cui motivazioni storiche potrebbero oggi anche ritenersi superate. Questo stato di fatto però ha creato e crea una disparità di “trattamento” dello Stato verso i Cittadini di uno steso Paese (si

pensi ad esempio alla Sanità, alla qualità dei servizi legata alla disponibilità economica legata ai contributi che lo Sato Centratale elargisce alle Regioni e Provincie autonome che sono differenti da quelli previsti per le altre Regioni non a statuto speciale).

 Ci si deve quindi scandalizzare per la proposta di istituzione due nuove Regioni con autonomia differenziata (Lombardia e Veneto), le cui motivazioni anch’esse però potrebbero ritenessi prive di fondamento?

A tal proposito, credo che bisognerebbe essere realisticamente più chiari, ovvero: o si accetta il fatto che la Nazione Italia è una e indivisibile, oppure rileggendo la nostra storia e il risorgimento, come disse Metternich. l’Italia è solo “un’espressione geografica” (volendo estremizzare).

Se accettiamo il fatto che l’Italia è un’entità singola dove le istituzioni politiche e le strutture amministrative si collocano a livello centrale potendo però demandare alcuni poteri amministrativi ad esempio a Regioni, Comini, ecc., non credo che oggi debbano continuare ad esistere regioni o province autonome e tantomeno dovrebbero istituirsi altre regioni ad autonomia differenziata (si tenga anche in conto che l’Italia ha un territorio di appena 302.000 kmq !!!).

Se per contro, si ritiene che la Nazione italiana sia uno Stato abitato da popolazioni con cultura, storia e tradizioni diverse allora non credo ci sia tanto da scandalizzarsi per l’istituzione di nuove regioni ad autonomia differenziata che potrebbero nel tempo anche implementarsi in numero una volta dato il via all’istituzione di territori ad autonomia differenziata.

Ritengo però necessario che su questa questione, il Parlamento prima di prendere delle decisioni debba avviare un’attenta e circostanziata riflessione.