Appunti sul design industriale: le sedie

di

P.Munafò

(Non riproducibile con qualunque mezzo se non con l’autorizzazione dell’Autore)

 

 

 

 

 Premessa

La sedia viene presa ad esempio per mostrare l’evoluzione del design industriale, è infatti una testimonianza dei tempi, del gusto, del modo di vivere e della tecnologia. Molte di queste sono ancora attuali al punto che continuano a trovare posto nelle nostre abitazioni e non di rado sono scambiate come un prodotto di nuovo design.

Percorrendone l’evoluzione negli ultimi due secoli che caratterizzano l’era moderna, è possibile notare le differenze del design artigianale da quello industriale legato ad una produzione di serie che si deve confrontare con i processi produttivi e il mercato. In questa accezione “Progettare la forma” deve conciliare l’atto creativo con la tecnica, i processi costruttivi e a tutti quei fattori che concorrono all’uso, all’economia e alla distribuzione del bene prodotto. L’utilizzo di nuovi materiali come l’acciaio, l’alluminio, le plastiche, ma anche le nuove lavorazioni del legno, e l’esigenza di razionalizzare i processi di produzione, hanno favorito la ricerca di nuove forme e nel contempo la loro ideazione ha seguito i nuovi caratteri espressivi dell’architettura, così come quelle delle arti visive. L’oggetto di design ha la “forma” come “valore”, ma come prodotto di in un processo produttivo industrializzato lo si può identificare anche come una “merce”, per cui il prodotto del design industriale può essere di conseguenza definito come “merce con una forma”. Questa definizione del prodotto del design industriale è anche conseguente al fatto che l’ideazione di un oggetto, pur contribuendo a finalizzare i modelli produttivi, è un’attività che di fatto è separata dalla sua realizzazione che in una Società industrializzata avanzata è strettamente legata all’economia, alla struttura dei processi produttivi, alla distribuzione, ecc.

 

Premesso quanto sopra, presento alcuni esempi di sedie “figlie” del design industriale dalla seconda metà dell’800 agli anni ‘60 del ‘900 differenziandole per il materiale utilizzato per il telaio:

  • In legno curvato e non
  • In metallo
  • di plastica

 

  1. Sedie con telaio di legno curvato e non

La sedia Thonet n. 14 del 1859 e la sedia/poltroncina TI244 progettata da Albers (Bauhaus) nel 1926, anche se ideate e prodotte a quasi settant’anni di distanza, presentano dei caratteri comuni come la semplicità delle forme, la possibilità di montarle e smontarle grazie al numero limitato di pezzi che le compongono.

Il telaio della Thonet n.14, nota anche come “bistrot” e realizzato in legno curvato a vapore, mentre la TI244 è in legno stratificato curvato e tubi metallici cromati.

                                                                                                                 

Thonet n.14 (Austria 1859)

 

                                                                                                 

Albers TI 244 (Bauhaus 1926)

 

Sempre con telaio in legno curvato:

  • La sedia “Chiavari” in legno di ciliegio di E. Rinaldi presentata alla Triennale – Mostra dell’E.N.A.P.I. (1940) costruita dalla ditta Chiare di Chiavari

 

  Sedia Chiavari

 

  • La sedia disegnata da Riemershmid (1899-98) conservata al MoMA di N.Y.

   Riemershmid

 

  • La sedia n. 255 di A. Loos (1899-98) disegnata per il Caffè Museum in stile Thorent

   

Sedia n. 255

 

e questa sedia   del 1899  dello stesso Architetto

 

  • La sedia “Milano dei F.lli Montina (anni ’30) originariamente con seduta circolare impagliata e successivamente anche in laminato

 

Sedia Milano

 

  • La sedia CH24 Winshbone Chair di C. Hansen & Son (1950) ancora in produzione

 

Sedia CH24

 

  • La sedia di Gabetti e Isla (1952) progettata per l’allestimento della borsa e conservata nel Museo di Torino

  Gabetti e isla

  • La sedia poltroncina “Cavour” di Gregotti, Marchetti e Stoppino (1959) prodotta dalla Poltrona Frau in legno curvo stratificato

 

Gregotti

Tra le sedie con telaio in legno massello non curvato:

  • La sedia “MK” di M. Koch (1933) pieghevole con seduta in tessuto fissata con anelli metallici alla struttura in legno. Koch si ispirò alle sedie da campo militari cercando una soluzione che permettesse di risparmiare spazio. Fu prodotta solamente dal 1960 quado si trovò un produttore disposto a fabbricarla e commercializzarla su licenza.

 MK

  • sempre negli anni ’30 la “sedia da regista” pieghevole dei F.lli Montina con bracciali in legno curvo e struttura in legno massello a sezione circolare, prodotta anche con braccioli e struttura in legno massello non curvato in legno di faggio anche verniciato

    

Sedia da regista

 

  • La sedia “Livia” (1937) di Gio Ponti in faggio con seduta in multistrato sempre in faggio

  

Sedia Livia

  • Sempre di Gio Ponti la sedia n. 699 “Cassina” (prodotta dal 1957) “super leggera” un’icona del design italiano, appena 1700gr, con una struttura ottenuta dalla combinazione di frassino e faggio, con le gambe di sezione triangolare (18mm di lato) e seduta impagliata

 

Sedia Cassina - super leggera

 

  • La sedia “Zanotta – Singer” di B. Munari (1945) è un oggetto d’arte “per sedute brevi” come descritta dallo stesso Munari. Prodotta in serie limitata ha una struttura in noce lucidato a cera intarsiata e una seduta in alluminio anodizzato

 Zanotta-Singer

 

 

 

  1. Sedie con telaio in metallo

Sedia “MR” (MR10 seguita poi dalla MR20) con tubolari in acciaio cromato di M, Van Der Rohe presentata al Werkbund di Stoccarda nel 1926, è considerata la prima sedia a “sbalzo a “U”, anche se  M. Breuer aveva già progettato una sedia a  "U" a sbalzo con pannelli di seduta e di schienale in faggio traforato nel 1925-26 per la mensa del Bauhaus, anticipandone  il principio costruttivo

  

MR10                                                Sedia Breuer

 

Sedia “Thonet” di P. Bottoni (1930) con tubolari in acciaio cromato

  Sedia Thonet

 

Sedia di F. Albini presentata alla Mostra dell’Abitazione 1936, in tubolari di acciaio e seduta in lamiera traforata rivestita da materassino

 

   

 Sedia Albini

Sedia “Knoll” di E. Saarinen (1952)

  Saarinen

 

Sedia “Miller” con telaio in tubolari in acciaio cromato e seduta e schienale in legno stratificato, di C. Eames. Fu prodotta dal 1955 al 1959, oggi è prodotta solamente su ordinazione.

 

Sedia Muller

Sedia/poltroncina Zanotta “Charllotte” (anni ’50)

  Sedia Chalotte

 

Sedia pieghevole “Plia” di G. Paretti (1967) prodotta dalla Catelli

  Sedia Plia

 

Sedia “Vicario” per Artemide  di V. Magistretti (anni ’60)

  Vicario

Sedia “Lambda” (1960) di M. Zanuso in lamina di acciaio (lavorazione ispirata a quella del settore dell’automobile)

  Sedia lambda

 

 

 

  1. Sedie in plastica

 

Sedia “Tulip Chair” in resina e fibra di vetro di E. Saarinen (1957)

 

Sedia Tulip

Sedia  di S. Coppola  per Bernini (anni’60)

  Coppola

 

 

Breve sntesi dei riferimento bibliografici

 

  • lombardi, “ Distretto della sedia: design tra passato e futuro”, F. Angeli Ed. 2013
  • Fossati “ il design”, Ed. Tattilo, 1973
  • Voce “Disegno industriale” Treccani
  • Antikvariat ANTIQUA Kommendörsgatan 22 S-114 41 Stockholm, Sveden